Sessant’anni fa nascevano le prime fibre ottiche che erano in vetro. Esse venivano utilizzate soprattutto in fisica, in meccanica e in chimica ed impiegate per produrre materiali compositi. Le adoperiamo principalmente sottoforma di “guide di luce” e vengono impiegate soprattutto nel settore sanitario. Attualmente sul mercato troviamo altre tipologie di fibre ottiche:  fibre ottiche polimeriche in polimetilmetacrilato (PMMA), fibre ottiche in quarzo. La differenza principale tra queste qualità di fibre è relativa alla diversa modalità con cui i materiali si oppongo al passaggio della luce, oltre ovviamente ai costi. Le PMMA sono le più comuni e, a livello economico, le più competitive. Vengono impiegate per realizzare lavori scenografici o per delimitare spazi e aree come piscine e pavimenti. Diverse invece sono le fibre ottiche in quarzo. Le caratteristiche più importanti sono l’inesauribilità e la resistenza al calore e ai raggi ultravioletti. Il campo di applicazione di questa speciale fibra ottica è principalmente quello industriale, vale a dire quel settore i cui materiali rischiano il danneggiamento da parte di raggi ultravioletti oppure quei luoghi soggetti a vibrazione e/o sbalzi termici.